Immaginate un paese dove le case non hanno porte, i negozi sono sempre lasciati senza lucchetti e blocchi alle saracinesche e gli abitanti non si sentono minacciati. Questa città nella realtà esiste ed è in India nello Stato del Maharashtra, si chiama Shani Shingnapur.
In quella cittadina, ormai diventata meta di pellegrinaggio anche turistico, gli abitanti si sentono sicuri grazie
alla devozione del Dio di Saturno, considerato il custode del villaggio.
Nell’aderire al grande progetto cittadino, dedicato al riequilibrio territoriale, il nostro teatro ha fatto sua l’idea e
la suggestione della CITTA’ SENZA PORTE, identificando la cultura e lo spettacolo dal vivo diffuso e condiviso come strumenti indispensabili ad una nuova e più partecipata visione del vivere comune, senza confini, divisioni, barriere culturali e linguistiche.
Senza porte, perché libera, senza porte perché aperta, senza porte perché condivisa.
Immaginando una città come Milano senza porte mentali, politiche, culturali, viene più semplice ridurre le distanze, guardare un po’ più lontano dal nostro consueto e provare a tracciare una linea di continuità lungo una direzione che ci ha portato, quasi naturalmente, a sud-est nei quartieri di Porto di mare, Rogoredo e Santa Giulia
alla ricerca di spazi e incontri con un luogo di grandi contrasti, che, tra nuove visioni architettoniche, paesaggistiche e una realtà meltin’pot sempre più protagonista riesce a svilupparsi, ma anche a conservare la propria identità grazie
al lavoro costante del suo associazionismo dinamico che sarà coinvolto attivamente nel progetto.
Le azioni da noi proposte intendono proprio attuarsi in questa logica dell’incontro per un’attività articolata che, partendo dal nostro fare e pensare teatro, vuole confrontarsi, cercare stimoli e sviluppi, anche in una logica bi-direzionale costruendo prospettive per il futuro.
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