Dal 13 al 30 dicembre torna al teatro Menotti “Far finta di essere sani” riscrittura del regista Emilio
Russo del lavoro del 1973 di Gaber & Luporini. Andrea Mirò, Enrico Ballardini e l’ensemble “Musica
da Ripostiglio” intrecciano parole e canzoni per raccontare lo spaesamento dell’Uomo comune, il
Signor G, davanti ai cambiamenti continui del mondo.
Sono passati quasi 50 anni, sono tanti. Stupisce e rincuora il fatto che Gaber sia riuscito ad anticipare i tempi. A scrivere la storia prim’ancora che questa fosse presente: terribilmente d’attualità, del resto lui era capace di raccontare la realtà come pochi al mondo, ma – allo stesso tempo – di andare oltre.
In Far finta di essere sani tutto questo è ancora più evidente seguendo il filo rosso di canzoni e
monologhi dalla tematica certa e forte e ci piace molto l’idea e la possibilità di raccontarlo oggi.
L’ironia si fa più dominante e a volte anche un po’ più aggressiva. Il tema che già trapelava negli
spettacoli precedenti è quasi esclusivamente quello dell’“interezza”.
Pare che l’uomo attraversi una fase un po’ schizoide dove a volte il proprio corpo è assai distante
da certi slanci ideali. L’analisi, anche se alleggerita dall’ironia, può sembrare pessimistica ma
suggerisce la possibilità di abbracciare le più grosse realtà sociali partendo da se stessi.
Gaber/Luporini sottolineano una certa incapacità di far convergere gli ideali con il vivere
quotidiano, il personale con il politico. Il “signor G” vive, nello stesso momento, la voglia di essere
una cosa e l’impossibilità di esserla. É forte, molto forte lo slancio utopistico.
Sul palcoscenico: Andrea Mirò, un’artista eclettica come pochissimi altri in Italia, polistrumentista, autrice, cantante e direttore d’orchestra ed Enrico Ballardini, attore, musicista e cantautore.
Le musiche sono arrangiate dalla travolgente band Musica da Ripostiglio, presente da anni sui palchi dei festival di jazz e sui palcoscenici teatrali di tutta Italia.
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