Lory, un romanzo molto autobiografico?
Lo definirei un romanzo di autofiction, ovvero un storia dove il protagonista è l’autore stesso e dove
elementi della vita reale di chi scrive si mescolano alla pura fiction in un gioco di sovrapposizioni e ripetuti
scambi tra realtà e immaginazione, verità e menzogna. È questo un approccio che caratterizza tutta la mia
produzione artistica, in particolar modo quella letteraria, ma anche quella musicale dove fanno la loro
comparsa personaggi e luoghi del libro, tutti elementi provenienti dalla mia reale esperienza di vita. Lo
stesso accade nella mia produzione visiva che ha la caratteristica di connaturarsi maggiormente agli aspetti
psicologici che soggiacciono al mio scrivere e produrre musica. Vita e menzogna si muovono assieme nel
percorso artistico a cui ho dato forma e mi piace pensare che il rapporto tra queste due parti sia essa stessa
l’opera.