Nell’epoca della nostalgia e della retromania, della crisi ambientale e delle pandemie globali, immaginare il futuro sembra essere diventata un’impresa quasi impossibile. La musica, naturalmente, non fa eccezione.
La musica tradizionale, per definizione, guarda al passato. Ma guardare al passato non significa necessariamente voler andare indietro. Anzi: il passato può essere la miccia per tornare, infine, al futuro. A immaginare vie di fuga espressive, comunicative, artistiche. A inventare, attraverso il suono e le parole, mondi nuovi – senza dimenticarci di quelli da cui proveniamo. Lancia così la nuova edizione Jacopo Tomatis, direttore artistico del Premio. Leggi tutto