Eleonora Mazzoni, autrice del libro “Le Difettose (Einaudi), in una nostra intervista di qualche tempo addietro, si racconta a cuore aperto sui temi fondamentali del libro e della sua stessa vita
Il suo primo libro “Le difettose” (Einaudi editore) ha avuto molto successo. Lei parla della sua esperienza con la fecondazione assistita che le ha regalato due gemelli ma l’Italia è pronta per parlare di questo, per spiegare a tutti le difficoltà della Pma?
Credo che sia prontissima. Magari si possono trovare ostacoli ideologici e pregiudizi ma, siccome l’infertilità con il suo continuo aumento sta diventando una vera e propria malattia sociale, c’è fame di conoscenza su questo tema.
Come mai, secondo lei, l’Italia e l’italiano medio, tendono quasi ad oscurare il problema dell’infertilità tanto da rendere la fecondazione assistita quasi un tabù?
Sono ragioni antiche. L’infertilità è sempre esistita (anche se non con la diffusione attuale) ma è sempre stata un tabù. La donna sterile (per secoli nessuno ha pensato che fosse l’uomo ad avere problemi!) poteva essere ripudiata e comunque viveva ai margini della società. Ed era infelice. L’idea che in altre epoche la mancata maternità fosse vissuta con più filosofia è menzognera. Dalla Bibbia a Garcia Lorca anche la letteratura conserva la traccia di questo dolore. Ed esistevano forme nascoste per risolvere il problema. Dalle pozioni a delle forme di adozione “artigianale”(del tipo: io ho 8 figli, tu nessuno, per tacito accordo 2 te li prendi tu), ai figli rubati dalle coppie ricche. Oggi abbiamo la Pma. Ma in modo sotterraneo agisce l’idea errata che se la natura non ti ha concesso di avere figli devi fartene una ragione.
Ha conosciuto tante donne “difettose” prima di scrivere il libro?
Tantissime. Molto più di quelle che racconto nel romanzo. Le ho conosciute soprattutto online. Ma anche nella vita. “Appena confidi le tue difficoltà vieni a conoscenza di una miriade di donne, spesso insospettabili, che ne stanno attraversando di molto simili. Una rete carbonara, invisibile ad occhio nudo, che ti protegge e ti sostiene”, dice Carla, la mia protagonista. Ora che è uscito il romanzo ancora continuo a incontrarne.
Lascia un commento